Il Blog di Dario
Tango argentino = danzare abbracciati?
Se leggi questo blog probabilmente sei o un ballerino di tango o una ballerina di tango e allora vorrei farti una domanda: secondo te ballare tango significa muoversi abbracciati ad un partner come se foste un corpo unico?
Secondo me è una definizione parziale.
Ti spiego come la penso, sfatando anche due luoghi comuni:
PRIMO luogo comune:
Una delle più famose definizioni del tango è, per l’appunto: “muoversi abbracciati ad un partner creando un corpo unico”. E’ vero, ma non è una condizione sufficiente perché nel tango non siamo in due, siamo in tre! C’è un leader, c’è un follower e c’è la musica.
Danzando tango si crea un magico triangolo equilatero, ed equilatero rimanda immediatamente al concetto di equilibrio.
Se quando balliamo o il leader o il follower o tutti e due dimenticano che c’è un terzo vertice non c’è più equilibrio e di conseguenza il triangolo immaginario cambia forma e quindi sostanza: diventa isoscele se sia leader e follower si occupano solo della comunicazione corporea trascurando la musica e diventa scaleno se solo uno dei due si perde la musica.
Se ciò accade la magia del tango svanisce perché nel tango non c’è solo la comunicazione corporea: i corpi, insieme, decidono di ballare esattamente quella musica… quel tango, quel vals, quella milonga. Si comunica attraverso il corpo seguendo la musica. Detta in altri termini, la musica è una marca così come il corpo.
Quindi ballare tango non significa solo muoversi abbracciati: è una condizione non sufficiente. Se noi dimentichiamo la relazione con la musica non stiamo ballando tango, stiamo amabilmente muovendo il nostro corpo insieme ad un partner, condizione poetica meravigliosa ma non vuol dire ballare tango.
SECONDO luogo comune:
Molti ballerini e soprattutto ballerine affermano: “ma se io non ho il partner non posso studiare musicalità”. A mio avviso non è vero! Io credo profondamente che ci sia una responsabilità personale nel ballare il tango. Sia il leader sia il follower devono avere chiarezza su dove va la musica. Se uno dei due non sa dove sta andando la musica la magia del tango crolla perché significa che uno dei due, o il leader o il follower, non si sta relazionando al terzo vertice del triangolo. Se leaders e followers studiano musicalità singolarmente dopo riusciranno a ballare
meglio insieme perché sapranno dove la musica li sta portando e quindi potranno creare la complicità musicale, una delle sensazioni più belle, ballando tango.
Si vive sia di informazioni corporee sia di complicità musicale e se ci tagliamo fuori quest’ultimo aspetto, il tango si impoverisce e la nostra anima ne soffrirà perché le mancherà parte del suo nutrimento.
Dario's Vlog 12: Tango argentino = danzare abbracciati?
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